Il Signore delle Mosche

Buongiorno Cactus! Come state? Oggi vi porto una recensione a cura di Noemi Greco. Parliamo de: "Il signore delle mosche".

Titolo: Il signore delle mosche

Autore: William Golding

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa

Pubblicazione: 1954 (1958 in Italia)

Pagine: 202

Prezzo: 6,20 Euro (ebook) – 9,50 Euro (cartaceo)

                                                                            TRAMA

Un aereo cade su un'isola deserta nel cuore dell’Oceano Pacifico mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il controllo degli adulti. Presto qualcosa comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali che porteranno allo sviluppo di una vicenda destinata a mettere a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana, e a trasformare lo scenario paradisiaco dell’isola in un vero inferno.

                                                                        RECENSIONE

“Il Signore delle mosche” è un libro che mi ha incuriosito fin dall’inizio. E’ ambientato nel mezzo di una guerra nucleare su un’isola sperduta dell’Oceano Pacifico.

Il romanzo racconta di un incidente aereo. Allo schianto sopravvivono solo pochi ragazzi britannici dai sei ai sedici anni circa e di ceto sociale alto.

I protagonisti sono RALPH, PIGGY, JACK e SIMON.

RALPH è un ragazzo determinato, intelligente e inizialmente è il capo indiscusso della compagnia, scelto per votazione.

PIGGY, così soprannominato in modo scherzoso perché grasso e per questo costantemente preso in giro dagli altri bambini. rappresenta la voce della ragione, il portatore del sapere scientifico.

JACK è un bambino prepotente e sadico. Sin dalle sue prime battute capiamo che in lui c’è qualcosa che non va, si annida il germe della follia, quello che lo porterà a distaccarsi dagli insegnamenti dei grandi per riavvicinarsi alla “natura”, con tutte le conseguenze che ciò provocherà.

SIMON è tra tutti il più enigmatico e inquietante. Non solo alterna momenti di lucidità ad altri di completa follia, ma tende a voler essere al centro del gruppo per poi isolarsi subito dopo rifiutando qualsiasi contatto esterno. Vagabonda, sparisce per ore e ore e non sa mai relazionarsi in modo adeguato con gli altri.

La vicenda si svolge in diversi atti.

Partiamo dalla formazione di un’assemblea democratica il cui simbolo è una grande conchiglia marina che, erosa dall’acqua salata, è divenuta un corno col quale chiamare i bambini all’adunata (unico simbolo di autorità riconosciuto sull’isola). In questa prima fase, sotto la guida di Ralph, i bambini affrontano un periodo di “infanzia” e spensieratezza. Cercano di sopravvivere come possono, creano un fuoco per segnalare la loro posizione e dei rifugi. Nonostante le difficoltà, all’inizio le relazioni funzionano, ma tra loro serpeggia il germe della paura, rappresentata da una bestia misteriosa che non fa dormire i più piccoli.

Nella seconda fase abbiamo il declino della società. Con il passare dei giorni il gruppo di ragazzi comincia a separarsi. Alcuni continuano a seguire Ralph che propone – giustamente – di accendere un grande fuoco affinché il fumo generato possa essere visto da lontano e in tal modo richiamare l’attenzione di qualunque nave. Altri, invece, seguono Jack, che fin da subito mostra il suo lato malvagio e propone di dedicarsi alla caccia dei maiali – di cui l’isola abbonda – la cui carne è necessaria alla sopravvivenza. Quello che inizialmente era un gruppo compatto sotto la guida di Ralph, inizia a dividersi ed avere due leader.

Il gruppo comandato da Jack perde del tutto il senso della ragione e si organizza come una vera tribù indigena. Iniziano a dipingersi il viso e il corpo, si dedicano esclusivamente alla caccia e cominciano a praticare danze e riti tribali spinti da una primitiva e selvaggia superstizione. Per esorcizzare la paura e per placare l’ira della fantomatica “bestia”, Jack infilza ad un palo la testa di una scrofa che offre in sacrificio alla bestia stessa. La testa comincia subito a marcire e a riempirsi di mosche – da qui il titolo Il Signore delle Mosche – diventando il simbolo del male che anima l’isola.

La terza fase è l’egemonia della bestialità.  Jack acquisisce il potere assoluto e uno alla volta tutti i ragazzi aderiscono al suo gruppo, un po’ spinti dalla paura, un po’ costretti con violenza. Chi si unisce a lui ha la protezione del branco e il cibo, ma deve essere nemico di Ralph. Chi non si unisce è amico di Ralph e quindi nemico del branco. Questa fase condurrà al culmine della violenza e al confronto tra “vecchio mondo” e “nuovo mondo”, che vedrà da un lato schierati Ralph, Piggy e quel che resta dell’assemblea della conchiglia e dall’altro il branco di Jack.

Le ultime fasi del racconto sono una disperata lotta alla sopravvivenza: Ralph, incarnazione degli ideali del passato, lotta disperatamente per sopravvivere in un mondo che ormai non gli compete più, che per volontà o paura gli è avverso.

È stata una lettura molto coinvolgente che mi ha fatto trascorrere delle piacevoli ore sul divano.

Mi ha colpito molto lo stile e la scrittura dell'autore. È stato capace di accrescere sempre di più la mia curiosità e ho letteralmente divorato il libro.

I personaggi sono ben caratterizzati e con una profonda personalità. Il narratore è esterno e parla in terza persona.

Tutto il romanzo è pieno di tematiche forti e antropologicamente significative. Quella maggiormente affrontata da Golding è la naturale propensione dell’uomo al male e la concezione pessimistica della natura umana. Ciò che spaventa di questa idea è che possa essere realizzata anche da bambini/ragazzini. La crudezza, infatti, non è tanto nel racconto e di quello che accade, bensì proprio nell'aver utilizzato dei bambini, da sempre visti come figure innocenti e buone.

Se togliamo per un momento dalla mente la figura dei bambini e li sostituiamo con degli adulti, vedremo bene che nel libro ciò che traspare è il rispetto per le leggi, che impedisce all'uomo di diventare un primitivo. L’autore mette in primo piano gli istinti umani che messi a dura prova, come succede sull’isola, prendono il sopravvento sulla ragione e sull’intelligenza.

“Il signore delle mosche” è un libro che consiglio vivamente! E’ una di quelle letture che dovremmo fare almeno una volta nella vita, soprattutto per gli spunti di riflessione che offre.


Speriamo vi sia piaciuta!

Ciao Cactus.❤

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